Oggi, 16 ottobre, si celebra la "Giornata mondiale del pane" e Zorra è la vulcanica blogger che anche quest'anno raccoglie le nostre/vostre ricette di pane: un evento che davvero non può essere tralasciato.
Come lei stessa dice, "il World Bread Day – un evento promosso dall' Unione Internazionale dei Panettieri e Panettieri-Pasticceri (UIB) – vuole fornire l'opportunità di parlare di pane e panettieri, della loro storia, della loro importanza e ovviamente del loro futuro".
Per questa occasione, ho scelto di non preparare il pane da sola, ma di farlo insieme agli alunni di quarta (due classi per un totale di 40 bambini provenienti da non meno di sette Paesi diversi, nonché da diverse aree d'Italia) della scuola primaria "Lombardo Radice" di Mestre, quella che frequenta mio figlio Tobia (e che il prossimo anno accoglierà anche Francesco).
Per sottolineare l'individualità, e nello stesso tempo l'appartenenza ad un gruppo in cui i legami sono forti, belli, importanti, i bambini hanno lavorato insieme la pasta, passandosela di mano in mano; poi ognuno ha modellato il proprio panino, che è andato a formare queste due corone di pane. I panini lievitano (così come i bambini crescono) e si saldano tra loro, creando una grande e variegata pagnotta (è una scemenza paragonare la nostra società ad una pagnotta?). Perché la forza di un gruppo sta nella sua coesione ma anche nella ricchezza apportata dall'unicità, dalle peculiarità di ognuno.
Per questa occasione, ho scelto di non preparare il pane da sola, ma di farlo insieme agli alunni di quarta (due classi per un totale di 40 bambini provenienti da non meno di sette Paesi diversi, nonché da diverse aree d'Italia) della scuola primaria "Lombardo Radice" di Mestre, quella che frequenta mio figlio Tobia (e che il prossimo anno accoglierà anche Francesco).
Per sottolineare l'individualità, e nello stesso tempo l'appartenenza ad un gruppo in cui i legami sono forti, belli, importanti, i bambini hanno lavorato insieme la pasta, passandosela di mano in mano; poi ognuno ha modellato il proprio panino, che è andato a formare queste due corone di pane. I panini lievitano (così come i bambini crescono) e si saldano tra loro, creando una grande e variegata pagnotta (è una scemenza paragonare la nostra società ad una pagnotta?). Perché la forza di un gruppo sta nella sua coesione ma anche nella ricchezza apportata dall'unicità, dalle peculiarità di ognuno.
I panini sono stati ricoperti di semi e spezie di colori diversi, perché il pane appartiene a tante culture diverse nel mondo, e la scuola, con la multietnicità di cui è oggi permeata, è un laboratorio costante di integrazione, di uguaglianza e di conoscenza. E una fonte costante di arricchimento.
La ricetta è quella di un pane-base: pasta madre (1/3 del peso della farina), farina, acqua e sale, da lavorare energicamente per almeno 15 minuti. Le spezie e i semi restano attaccati bene intingendo ogni panino prima nell'acqua. La lievitazione è di due ore, direttamente nello stampo coperto con un panno umido, in luogo caldo e lontano dalle correnti d'aria (i panini vanno disposti leggermente distanti uno dall'altro, per permettere il successivo aumento di volume). Per la cottura calcolare 30 minuti in forno a 200°.
(Questo pane era stato preparato lunedì, e vista la genialata approvata ieri alla Camera a proposito di bambini stranieri ed integrazione, direi che casca proprio a proposito!)