Un suggerimento da amica.
Se vi trovate a Venezia e cercate un posticino ricco di atmosfera, di storia locale, dove gustare un'ottima cucina che mescola estro e tradizione, il Vecio Fritolin è una tappa da non mancare.
Se vi trovate a Venezia e cercate un posticino ricco di atmosfera, di storia locale, dove gustare un'ottima cucina che mescola estro e tradizione, il Vecio Fritolin è una tappa da non mancare.
Ok, detto così è un po' riduttivo... allora lo spiego meglio.
L'osteria in questione è lì dal lontano '700... lì in calle della Regina (la regina era Caterina Cornaro, sovrana di Cipro e figlia adottiva della Serenissima), sestiere di Santa Croce, a due passi dal mercato di Rialto; dai primi del '900, mi racconta la titolare Irina Freguia, è documentata l'attività da cui il locale prende il nome, quella per l'appunto di "fritolin", cioè friggitoria (di pesce).
L'insegna rossa che a forza di passarci davanti diventa familiare, la piccola vetrina che si affaccia sulla trafficata calle, da cui si può scorgere qualcosa dell'affascinante interno... e dentro, un'autentica oasi di pace. Si si, questo è uno di quei locali-rifugio, dove ritemprarsi, rallentare il ritmo, fare due ciàcole al banco sorseggiando un calice di vino, lasciarsi avvolgere, coccolare dalla magica atmosfera che Irina ha saputo creare... e dalle delizie dello chef Daniele Zennaro.
Premessa: il cartoccio di pesce da asporto rimane un cavallo di battaglia irrinunciabile, accanto ai piatti più ricercati e fantasiosi, così come non mancano mai nel menù le classicamente veneziane, delicatissime sarde in saòr con la polenta bianca.
Il resto della carta segue rigorosamente la stagione: gli ingredienti vengono acquistati quotidianamente al vicino mercato di Rialto, i formaggi arrivano da un piccolo produttore che li consegna di persona, pane ed affini sono di produzione propria (realizzati con le super farine Petra® del Molino Quaglia)... la genuinità è assoluta.
Daniele è uno chef con un grande senso estetico ed un'incredibile abilità nell'esaltare i prodotti: i suoi piatti sono spettacolari e nello stesso tempo semplici, basic, creati con pochi ingredienti che vengono però lavorati in modo da trarne il massimo (le canòce bollite in crema con i pomodori arrostiti sono state per me una vera e propria folgorazione!) - cosa che personalmente apprezzo molto anche per una questione... ecologica (si può fare cucina di alta qualità e di ricerca anche senza indulgere allo spreco delle materie prime).
Il resto della carta segue rigorosamente la stagione: gli ingredienti vengono acquistati quotidianamente al vicino mercato di Rialto, i formaggi arrivano da un piccolo produttore che li consegna di persona, pane ed affini sono di produzione propria (realizzati con le super farine Petra® del Molino Quaglia)... la genuinità è assoluta.
Daniele è uno chef con un grande senso estetico ed un'incredibile abilità nell'esaltare i prodotti: i suoi piatti sono spettacolari e nello stesso tempo semplici, basic, creati con pochi ingredienti che vengono però lavorati in modo da trarne il massimo (le canòce bollite in crema con i pomodori arrostiti sono state per me una vera e propria folgorazione!) - cosa che personalmente apprezzo molto anche per una questione... ecologica (si può fare cucina di alta qualità e di ricerca anche senza indulgere allo spreco delle materie prime).
Insomma, posto e cucina - se non si era capito - mi piacciono molto, così come mi piacciono tanto Irina e Daniele che sono due persone davvero deliziose.
E poi, la posizione in cui si trova il locale, nonostante sia centralissima, lo rende un ottimo punto di partenza per scoprire una Venezia tranquilla (quella che si dipana tra i sestieri di Santa Croce e San Polo), in cui difficilmente vi imbatterete in mandrie di turisti... dove ci sono negozi "normali" (la panetteria, la ferramenta, la fioreria, il salone della parrucchiera e così via... cosa non scontata in altre zone del centro storico!), le osterie frequentate dai residenti e dagli studenti delle vicine università, musei imperdibili, e scorci di grande suggestione, nascosti agli occhi del visitatore frettoloso, che appaiono come per magia solo camminando lungo le strette fondamente che costeggiano rii silenziosi, o passeggiando in certe calli semideserte...